

La vera grande storia a volte riceve impulso da grandi uomini, che sono espressione del popolo e lo rappresentano in situazioni a volte drammatiche.
In questi casi non bisogna aver paura della retorica, ma raccontare e ricordare.
Nel 1871 la Francia è invasa dalle truppe prussiane. Garibaldi in nome dei suoi ideali di libertà dimentica l'annessione francese della sua patria (Nizza) operata per accordo tra Vittorio Emanuele III e Luigi Napoleone e forma un esercito di volontari che accorre in difesa della Francia. Le truppe francesi soccombono, ma i garibaldini riportano l'unica vittoria francese a Digione.
Cade Napoleone III e rientra dall'esilio ventennale Victor Hugo accolto da un mare di folla. Viene eletta un'assemblea francese che si riunisce a Bordeaux. I risultati del dipartimento di Parigi (Seine) con iscritti 545.605 elettori sono i seguenti (ai primi tre posti):
Louis Blanc 216.471 voti, Victor Hugo 214.169 voti e Garibaldi 200.065 voti.
Si riunisce l'assemblea dominata dalla destra. I rappresentanti della destra, inscenando una gazzarra vergognosa, chiedono che Garibaldi sia escluso perchè non è francese.
Si alza Victor Hugo e domanda la parola.Dice:
"La Francia è appena passata per fasi terribili da cui è uscita sanguinante e vinta: essa non ha incontrato altro che la vigliaccheria dell'Europa. La Francia ha sempre preso in mano la causa dell'Europa, ma nè un re, nè una potenza si è levata per difenderla. Solo un uomo è intervenuto.Le potenze, come ho detto, non sono intervenute; ebbene un uomo è intervenuto, e quest'uomo è una potenza. La sua spada aveva già liberato un popolo e poteva salvarne un altro. Egli l'ha pensato, è venuto, ha combattuto e, di tutti i generali francesi impegnati in questa guerra, è il solo che non è stato sconfitto! Io domando la convalida dell'elezione di Garibaldi"
Il tumulto diviene sempre più violento. Garibaldi non può parlare, viene insultato e accusato di non essere venuto a difendere la Francia, ma "la sua Repubblica universale"
Victor Hugo dichiara:"avete rifiutato di ascoltare Garibaldi e rifiutate di ascoltare anche me. Questo per me è sufficiente. Io rassegno le mie dimissioni" Lascia l'assemblea e nonostante le insistenze non vi ritorna.
Garibaldi poco dopo scrive:
"Mio caro Victor Hugo.
avrei dovuto già prima darvi un segno di gratitudine per l'immenso onore di cui mi avete fregiato all'assemblea di Bordeaux. Senza bisogno di manifestazioni scritte, le nostre anime si sono tuttavia ben intese, la vostra per il fatto di avere ben operato, la mia per l'amicizia e la riconoscenza che vi debbo da molto tempo.
Il titolo che mi avete assegnato a Bordeaux è sufficiente per tutta un'esistenza votata alla sacra causa dell'umanità, di cui voi siete il primo apostolo".
In questi casi non bisogna aver paura della retorica, ma raccontare e ricordare.
Nel 1871 la Francia è invasa dalle truppe prussiane. Garibaldi in nome dei suoi ideali di libertà dimentica l'annessione francese della sua patria (Nizza) operata per accordo tra Vittorio Emanuele III e Luigi Napoleone e forma un esercito di volontari che accorre in difesa della Francia. Le truppe francesi soccombono, ma i garibaldini riportano l'unica vittoria francese a Digione.
Cade Napoleone III e rientra dall'esilio ventennale Victor Hugo accolto da un mare di folla. Viene eletta un'assemblea francese che si riunisce a Bordeaux. I risultati del dipartimento di Parigi (Seine) con iscritti 545.605 elettori sono i seguenti (ai primi tre posti):
Louis Blanc 216.471 voti, Victor Hugo 214.169 voti e Garibaldi 200.065 voti.
Si riunisce l'assemblea dominata dalla destra. I rappresentanti della destra, inscenando una gazzarra vergognosa, chiedono che Garibaldi sia escluso perchè non è francese.
Si alza Victor Hugo e domanda la parola.Dice:
"La Francia è appena passata per fasi terribili da cui è uscita sanguinante e vinta: essa non ha incontrato altro che la vigliaccheria dell'Europa. La Francia ha sempre preso in mano la causa dell'Europa, ma nè un re, nè una potenza si è levata per difenderla. Solo un uomo è intervenuto.Le potenze, come ho detto, non sono intervenute; ebbene un uomo è intervenuto, e quest'uomo è una potenza. La sua spada aveva già liberato un popolo e poteva salvarne un altro. Egli l'ha pensato, è venuto, ha combattuto e, di tutti i generali francesi impegnati in questa guerra, è il solo che non è stato sconfitto! Io domando la convalida dell'elezione di Garibaldi"
Il tumulto diviene sempre più violento. Garibaldi non può parlare, viene insultato e accusato di non essere venuto a difendere la Francia, ma "la sua Repubblica universale"
Victor Hugo dichiara:"avete rifiutato di ascoltare Garibaldi e rifiutate di ascoltare anche me. Questo per me è sufficiente. Io rassegno le mie dimissioni" Lascia l'assemblea e nonostante le insistenze non vi ritorna.
Garibaldi poco dopo scrive:
"Mio caro Victor Hugo.
avrei dovuto già prima darvi un segno di gratitudine per l'immenso onore di cui mi avete fregiato all'assemblea di Bordeaux. Senza bisogno di manifestazioni scritte, le nostre anime si sono tuttavia ben intese, la vostra per il fatto di avere ben operato, la mia per l'amicizia e la riconoscenza che vi debbo da molto tempo.
Il titolo che mi avete assegnato a Bordeaux è sufficiente per tutta un'esistenza votata alla sacra causa dell'umanità, di cui voi siete il primo apostolo".
Questa era la grandezza degli uomini e degli ideali progressisti dell'Ottocento. Impariamo da loro nella nostra miseria di oggi.
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