domenica 30 agosto 2009

JULES VERNE : ENERGIA ED ECOLOGIA



Qualcuno potrà pensare: cosa c'entra Verne con la storia? Semmai ha a che fare con la letteratura o al più con la scienza. La storia però è fatta dai popoli e i popoli organizzano la loro esistenza e la loro attività produttiva secondo rapporti che hanno molto a che fare con la scienza, la sua evoluzione e le sue scoperte. Ma Verne, si dirà, non è un autore per ragazzi, quale mai può essere la sua importanza storica e perchè mai dovrebbe anch'egli essere oggetto di censure o voluti o inconsci fraintendimenti? Eppure, per quanto possa sembrare strano,è così.


Spesso i libri di Verne vengono, come si suol dire, "ridotti" per i ragazzi. E' indiscutibile che si tratta di opere che hanno notevole valore educativo per i giovani, ma queste "riduzioni" o i silenzi su loro parti essenziali non sono senza motivo. Come in molti altri libri famosi che vengono spesso ripresi per la loro trama, ma di cui si dimentica lo spirito di fondo (valga per tutti "I miserabili" di Victor Hugo), anche sulle ragioni della visione futuristica di Verne, considerata secondo canoni di letteratura fantastica, per lo più si tace.


Non v'è dubbio che lo scrittore francese sia partecipe a pieno titolo della visione c.d. positivista e comunque progressista ed evoluzionista dell'Ottocento, ma accade che questa visione, coerente con la fase di sviluppo impetuoso delle forze produttive indotto dal capitalismo nella sua fase espansiva, venga fraintesa e considerata come infantilmente e semplicisticamente ottimista.


Spesso invece la verità è proprio l'opposto: siamo noi infantili, che ci perdiamo in stupide paccottiglie televisive e in gossip senza senso oltrechè in pregiudizi e dogmi che dovrebbero da tempo essere superati, mentre gli artisti e gli scienziati dell'Ottocento hanno dedicato tutta la vita con estrema serietà allo sviluppo della cultura, di cui ci hanno lasciato straordinari tesori in tutti i campi, dall'economia alla politica, dalla musica alla biologia, dalle scienze alla letteratura.


Ma, si obietterà, il nostro autore aveva una visione lineare del progresso scientifico legato a quello sociale, mentre la storia ha dimostrato nel suo evolversi che ciò non è avvenuto; anzi, il progresso scientifico ha spesso portato con sè disastri spaventosi ed ora siamo di fronte persino al rischio di una catastrofe ecologica mondiale. E' vero, ma era quello che Verne auspicava o il contrario? E su cosa di Verne si tace ? Guarda caso, proprio sul futuro (reale, non fantastico) che auspicava e che la nostra classe dirigente vorrebbe far dimenticare per nascondere il fatto che la visione razionale di Verne contrasta inevitabilmente con le scelte totalmente irrazionali che sono state fatte sul piano scientifico ed ecologico negli interessi della classe dominante, o addirittura di settori limitati della stessa borghesia capitalistica.

L'idea ecologica ed energetica dello scrittore francese si desume da molti suoi romanzi, ma in primo piano vanno considerati quelli (come L'isola misteriosa, Ventimila leghe sotto i mari, Mattia Sandorf ed altri) in cui si ritorna con varianti sul tema dello sfruttamento razionale ed autosufficiente delle risorse. I coloni dell'isola, come il Nautilus del capitano Nemo o l'isola Antekirrta di Mattia Sandorf devono basarsi sulle risorse che la natura mette a disposizione senza mai distruggere l'ambiente, la cui sopravvivenza e il cui miglioramento sono essenziali per l'organizzazione della vita. Esemplare è l'Isola misteriosa in cui Cyrus Smith e i suoi compagni traggono dal nulla con la sola forza derivante dalla conoscenza le risorse per vivere mantenendo e migliorando gli equilibri ambientali. L'energia è sempre ricavata dalle forze naturali dell'isola o del mare. Alla base della vita è sempre la razionalità scientifica intesa in senso costruttivo.

Anche la caccia o l'allevamento a scopo di procurare cibo non tendono mai alla distruzione delle specie, ma semmai al loro accrescimento proprio per accrescere le risorse alimentari.

Sopra tutto, predomina l'idea che l'energia elettrica, la più pulita, è quella del futuro ed è in grado di garantire i bisogni dell'umanità nel modo migliore.

Verne aveva scritto le sue opere prima di conoscere i disastri ambientali conseguenti a scelte ecologiche errate successivamente scoperti (es. isola di Pasqua) e per questo la sua visione risulta ancora più attuale. E' chiaro ormai a tutte le persone intelligenti che solo un sistema economico in grado di rispettare gli equilibri ecologici della natura può garantire la sopravvivenza dell'umanità. Eppure la politica delle classi dirigenti, ispirata unicamente al massimo profitto di pochi, nonostante gli ammonimenti degli scienziati continua imperterrita nell'irrazionale opera di distruzione, di cui l'esempio più evidente è dato dal persistente predominio assoluto, nonostante tutte le evidenze, del sistema energetico basato sul petrolio e sui combustibili fossili. Il perchè è chiaro: se si accede all'idea di un sistema energetico decentrato, controllato dal basso dai produttori in una rete mondiale, tutti i privilegi e i poteri derivati dalla concentrazione e centralizzazione mondiale del capitalismo, causa prima della situazione attuale, verrebbero messi in forse. D'altra parte il decentramento energetico è una reale alternativa positiva e costruttiva al sistema attuale, che fa paura proprio per questo. Così siamo in piena crisi energetica ed ecologica, in corrispondenza con quella economica gravissima e senza che si riesca ancora a capire che non si esce dall'una senza risolvere anche le altre, pena il rischio di estinzione.

Vi è chi parla di stabilire colonie sulla Luna e su Marte. E' chiaro a tutti che queste colonie sarebbero possibili solo dove vi sia acqua congelata, perchè dall' acqua, per mezzo dell'energia solare e col ciclo dell'idrogeno (che ricavato dall'acqua tramite l'energia del sole produce di nuovo vapore acqueo ed elettricità nelle fuel cells), è possibile ricavare tutta l'energia necessaria senza modificare un equilibrio al limite della sopravvivenza. Questo è chiaro per Marte ma si dimentica completamente sulla Terra, in un trionfo orgiastico di stupidità collettiva indotta.

Impariamo allora da Jules Verne, che scriveva circa 150 anni fa in un'epoca in cui i problemi ecologici dei gas serra non erano neppure immaginabili. Per questo voglio riportare una pagina che giustamente Jeremy Rifkin ha ricordato e la cui preveggente attualità è straordinaria. Si tratta di un dialogo fra i coloni dell'Isola misteriosa sulle prospettive energetiche dell'umanità del futuro.


"Un giorno, Gedeon Spillett fu spinto a chiedergli : ma, alla fine, mio caro Cyrus, tutto questo movimento industriale e commerciale che voi predite in progressione costante, non potrebbe correre il rischio di essere fermato, prima o poi ? -Fermato, e perché ? -Ma per la mancanza di carbone, che può essere giustamente ritenuto il più prezioso dei minerali ! -Sì, il più prezioso in effetti, rispose l’ingegnere, e sembra che la natura stessa abbia voluto considerarlo tale facendone derivare il diamante, che non è altro che carbone puro cristallizzato. -Non vorrete mica dire, signor Cyrus, riprese Pencroft, che si brucerà diamante al posto dell’olio, nei fuochi delle caldaie ? -No, amico mio, rispose Cyrus Smith. -Tuttavia insisto, riprese Gedeon Spillett, voi non negate che il carbone un giorno sarà interamente consumato ? -Oh! I giacimenti carboniferi sono ancora considerevoli e i centomila operai che estraggono da essi annualmente cento milioni di quintali non sono certo vicini ad averli esauriti ! -Con la proporzione costante di consumo del carbone della terra, rispose Gedeon Spillett, si può prevedere che centomila operai saranno ben presto duecentomila e che l’estrazione sarà raddoppiata ? -Senza dubbio, ma, dopo i giacimenti d’Europa che nuove macchine permetteranno di sfruttare più a fondo, i giacimenti d’America e di Australia ne forniranno ancora a lungo per il consumo industriale. -Quanto a lungo? domandò il giornalista. -Almeno duecentocinquanta o trecento anni. -E’ rassicurante per noi, rispose Pencroft, ma inquietante per i nostri discendenti. -Si troverà qualcos’altro, disse Harbert. -Bisogna sperarlo, rispose Gedeon Spillett, dato che alla fine senza carbone non vi sono macchine, e senza macchine non vi sono ferrovie, battelli a vapore, fabbriche, più nulla di ciò che richiede il progresso della vita moderna ! -Ma cosa si troverà´domandò Pencroft. -Potete immaginarlo, signor Smith ? -Pressappoco, amico mio . -E cosa si brucerà al posto del carbone ? - L’acqua, rispose Cyrus Smith. -L’acqua, gridò Pencroft, l’acqua per scaldare i battelli a vapore e le locomotive, l’acqua per scaldare l’acqua ! -Sì, ma l’acqua decomposta nei suoi elementi costitutivi, rispose Cyrus Smith, e decomposta senza dubbio per mezzo dell’elettricità, che sarà divenuta allora una forza potente e maneggevole, dato che tutte le grandi scoperte, per una legge inesplicabile, sembrano convergere e completarsi nelo stesso momento . -Sì, amici miei, io credo che un giorno l’acqua sarà impiegata come combustibile, che l’idrogeno e l’ossigeno, che la compongono, utilizzati separatamente o simultaneamente, forniranno una fonte di calore e di luce inesauribili e di una intensità che il carbone non potrà dare. Un giorno, le stive delle navi e i depositi delle locomotive saranno caricati, in luogo del carbone, di questi due gas compressi, che bruceranno con una enorme potenza di calore. Dunque, nulla da temere. Finchè questa terra sarà abitata, sopperirà ai bisogni dei suoi abitanti, e ad essi non verranno a mancare mai né luce, né calore, così come non verranno a mancare le produzioni del regno vegetale, minerale o animale. Io credo dunque che quando i giacimenti di carbone saranno sfruttati, ci si scalderà con l’acqua. L’acqua è il carbone dell’avvenire . -Vorrei vedere tutto questo, disse il marinaio"

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